L’articolo che segue era stato scritto con l’intento di fornire una risposta ad una serie di precedenti articoli apparsi sulla stampa in cui si accusava il Comune di Greve di essere inadempiente nel settore dei lavori pubblici.
Pur avendolo scritto, ho preferito non inviarlo ai giornali per evitare di alimentare quel clima di continue polemiche politiche in cui non mi riconosco affatto e che ritengo essere solo una perdita di tempo per chi intende l’impegno politico come un servizio volto esclusivamente all’interesse collettivo.
Spett.le redazione de La Nazione
In relazione all’articolo apparso sulla vostra testata sabato 7 gennaio, che riporta l’opinione delle liste di opposizione sullo stato dei lavori pubblici nel Comune di Greve, mi preme sottolineare quanto segue.
Come tutti sanno, il periodo storico che il nostro Paese sta attraversando impone un diverso atteggiamento verso le finanze pubbliche con uno sguardo rivolto ai progetti di nuove opere ma anche, e soprattutto, agli equilibri di bilancio ed al patto di stabilità.
Quest’ultimo è un meccanismo sempre più restrittivo imposto dallo Stato volto alla contrazione della spesa pubblica di cui bisogna tener conto (oppure essere consapevoli di rinviare il problema all’Amministrazione successiva).
Per questo, dal 2009, l’Amministrazione Comunale di Greve ha lavorato sotto l’ipoteca di una serie di opere, programmi e convenzioni avviati nel corso della precedente amministrazione e che hanno condizionato fortemente la programmazione di nuove opere per il rispetto del patto di stabilità, ovvero del pareggio tra entrate ed uscite in un dato anno.
A livello di esempio, si può citare che il progetto della nuova biblioteca comunale costerà alla casse comunali, alla chiusura del terzo ed ultimo lotto dei lavori (gli arredi), quasi 700.000 euro, che gravano ai fini del patto di stabilità totalmente sui bilanci dalla presente amministrazione.
Altro esempio citato nell’articolo è il progetto dell’asilo nido di Strada che, attraverso il meccanismo del project financing, avrebbe gravato per molti anni sulle casse comunali.
Risale all’ultimo periodo della precedente amministrazione la cosiddetta “variante delle scuole”, il piano urbanistico riferito all’ampia area a valle della scuola elementare di Strada in Chianti che impegnerebbe, se attuato, le casse comunali per oltre 900.000 euro, per opere di dubbia utilità, come il collegamento stradale tra via Alamanni e via Beata Villana.
Riguardo al camminamento a lato della variante stradale di Strada, la cui progettazione preliminare era stata affidata ma non pagata, ben difficilmente potrà essere trovata copertura finanziaria per l’intero ammontare dell’opera (oltre 100.000 euro).
È vero che le entrate per oneri di urbanizzazione sono calate rispetto agli anni passati, principalmente in conseguenza della contrazione del mercato immobiliare, ma chi fa queste recriminazioni deve anche essere chiaro fino in fondo con i cittadini: gli oneri di urbanizzazione sono legati alla realizzazione di nuove costruzioni.
Non sembra che la quantità di edifici costruiti in questi anni nel nostro comune sia esuberante rispetto alle peculiarità del nostro territorio oltre che alle esigenze del mercato?
Inoltre la realizzazione di opere pubbliche attraverso lo scomputo di oneri di urbanizzazione di nuovi edifici, adottata sistematicamente dalla precedente amministrazione, è un meccanismo che solo un’azione politica di breve respiro e di stampo elettoralistico può continuare a sostenere.
Quelle stesse opere pubbliche (strade, giardini ecc.) realizzate scomputando gli oneri di nuovi edifici diverranno presto inadeguate e insufficienti quanto i cittadini acquirenti di questi edifici vi si saranno insediati.
Nel comune di Greve, oltre a quanto già costruito ed ancora invenduto, alcune centinaia di nuovi alloggi sono previsti nei numerosi piani urbanistici approvati e convenzionati negli anni passati.
E’ necessario dunque cambiare modo di valutare l’intervento pubblico sul territorio non misurandolo sulla quantità di volume costruito, ma sulla qualità della vita dei cittadini e in questo senso intende muoversi il mio operato nei prossimi anni.
La polemica sull’attribuzione delle responsabilità tra precedente e nuova amministrazione è probabilmente durata troppo ed è ora giunto il tempo di guardare avanti.
La precedente amministrazione ha operato in un contesto decisamente differente da quello attuale mentre oggi dobbiamo agire in un quadro di maggiori difficoltà economiche che da una parte riducono le risorse per opere pubbliche e dall’altra accrescono le esigenze dei cittadini in termini
di servizi sociali.
In questo quadro intendiamo operare nella progettazione delle nuove opere previste nel piano triennale dei lavori pubblici e nel mantenimento di quelle esistenti.
Continuo ad auspicare, come ho affermato fin dall’inizio del mio mandato, che questo possa avvenire in uno spirito di collaborazione con l’opposizione, consapevole comunque di dover rendere conto del nostro operato ai soli cittadini del comune.
Simone Secchi Assessore ai lavori Pubblici del Comune di Greve
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