All’approssimarsi dell’inaugurazione della variante stradale all’abitato di Strada in Chianti, l’Amministrazione Comunale di Greve organizza un’assemblea pubblica alle ore 21.15 di Martedì 7 Febbraio al centro civico di Strada. Saranno presenti il sindaco e la giunta.
Nell’assemblea verranno presentate le modifiche alla viabilità stradale conseguenti all’apertura dell’ultimo tratto della variante (istituzione del senso unico in via Zanobi) e discussi alcuni dettagli del nuovo assetto del traffico privato e pubblico e della mobilità pedonale. In particolare, l’apertura della variante consentirà la creazione di un camminamento pedo-ciclabile che collegherà la piazzetta delle poste alla nuova rotatoria e la cui prosecuzione fino all’abitato della Martellina è già allo studio dell’amministrazione. Saranno creati nuovi posteggi per le auto e sarà spostata la fermata della SITA di via Zanobi in direzione Firenze in posizione più protetta dal traffico.
La rotatoria nord della nuova variante sarà oggetto di un’accurata sistemazione che ne farà la nuova porta di accesso al Chianti.
L’assemblea sarà anche l’occasione per avviare un percorso di progettazione partecipata che si svolgerà nei prossimi mesi e che coinvolgerà i cittadini interessati alla nuova sistemazione della piazzetta delle poste a Strada.
martedì 31 gennaio 2012
giovedì 26 gennaio 2012
RIMBORSI RICHIESTI AL COMUNE
Un giornale locale ha pubblicato le tabelle dei rimborsi richiesti al Comune di Greve dagli amministratori e consiglieri dal 2005 al 2011.
I rimborsi in questione sono stati tema di polemica tra membri della passata e della presente Amministrazione.
Noi vogliamo evitare la sterile polemica personale per analizzare i dati in
maniera il più possibile onesta.
Il confronto esatto tra le due amministrazioni può essere fatto per gli anni equivalenti di mandato, cioè i primi 2 anni e mezzo : 2005-2007 per
l'amministrazione "Hagge" e 2009-2011 per quella "Bencistà".
Confrontando i dati si nota come l'amministrazione attuale abbia ridotto di fatto i rimborsi del 20% reale (2006 vs 2010 e 2007 vs 2011) che, tenendo conto dell'aumento dei costi di carburante e soggiorni fuori sede, indica un comportamento più virtuoso della giunta attuale.
Destano invece perplessità i dati del quinquennio della precedente giunta, se si analizzano le spese suddividendole per biennio (2006-2007 e 2008-2009): ci si aspetterebbe complessivamente una stabilità o una evoluzione moderata delle spese, e invece si rileva un aumento vertiginoso dei rimborsi (+80%) nella parte finale della
legislatura, soprattutto nel periodo della campagna elettorale (i primi 5 mesi del 2009). Il tutto a quasi esclusivo carico dei 3 assessori "protagonisti" mentre il sindaco uscente dimezzava i propri.
I rimborsi in questione sono stati tema di polemica tra membri della passata e della presente Amministrazione.
Noi vogliamo evitare la sterile polemica personale per analizzare i dati in
maniera il più possibile onesta.
Il confronto esatto tra le due amministrazioni può essere fatto per gli anni equivalenti di mandato, cioè i primi 2 anni e mezzo : 2005-2007 per
l'amministrazione "Hagge" e 2009-2011 per quella "Bencistà".
Confrontando i dati si nota come l'amministrazione attuale abbia ridotto di fatto i rimborsi del 20% reale (2006 vs 2010 e 2007 vs 2011) che, tenendo conto dell'aumento dei costi di carburante e soggiorni fuori sede, indica un comportamento più virtuoso della giunta attuale.
Destano invece perplessità i dati del quinquennio della precedente giunta, se si analizzano le spese suddividendole per biennio (2006-2007 e 2008-2009): ci si aspetterebbe complessivamente una stabilità o una evoluzione moderata delle spese, e invece si rileva un aumento vertiginoso dei rimborsi (+80%) nella parte finale della
legislatura, soprattutto nel periodo della campagna elettorale (i primi 5 mesi del 2009). Il tutto a quasi esclusivo carico dei 3 assessori "protagonisti" mentre il sindaco uscente dimezzava i propri.
venerdì 13 gennaio 2012
I LAVORI PUBBLICI NEL COMUNE DI GREVE SECONDO L'ASSESSORE SIMONE SECCHI
L’articolo che segue era stato scritto con l’intento di fornire una risposta ad una serie di precedenti articoli apparsi sulla stampa in cui si accusava il Comune di Greve di essere inadempiente nel settore dei lavori pubblici.
Pur avendolo scritto, ho preferito non inviarlo ai giornali per evitare di alimentare quel clima di continue polemiche politiche in cui non mi riconosco affatto e che ritengo essere solo una perdita di tempo per chi intende l’impegno politico come un servizio volto esclusivamente all’interesse collettivo.
Spett.le redazione de La Nazione
In relazione all’articolo apparso sulla vostra testata sabato 7 gennaio, che riporta l’opinione delle liste di opposizione sullo stato dei lavori pubblici nel Comune di Greve, mi preme sottolineare quanto segue.
Come tutti sanno, il periodo storico che il nostro Paese sta attraversando impone un diverso atteggiamento verso le finanze pubbliche con uno sguardo rivolto ai progetti di nuove opere ma anche, e soprattutto, agli equilibri di bilancio ed al patto di stabilità.
Quest’ultimo è un meccanismo sempre più restrittivo imposto dallo Stato volto alla contrazione della spesa pubblica di cui bisogna tener conto (oppure essere consapevoli di rinviare il problema all’Amministrazione successiva).
Per questo, dal 2009, l’Amministrazione Comunale di Greve ha lavorato sotto l’ipoteca di una serie di opere, programmi e convenzioni avviati nel corso della precedente amministrazione e che hanno condizionato fortemente la programmazione di nuove opere per il rispetto del patto di stabilità, ovvero del pareggio tra entrate ed uscite in un dato anno.
A livello di esempio, si può citare che il progetto della nuova biblioteca comunale costerà alla casse comunali, alla chiusura del terzo ed ultimo lotto dei lavori (gli arredi), quasi 700.000 euro, che gravano ai fini del patto di stabilità totalmente sui bilanci dalla presente amministrazione.
Altro esempio citato nell’articolo è il progetto dell’asilo nido di Strada che, attraverso il meccanismo del project financing, avrebbe gravato per molti anni sulle casse comunali.
Risale all’ultimo periodo della precedente amministrazione la cosiddetta “variante delle scuole”, il piano urbanistico riferito all’ampia area a valle della scuola elementare di Strada in Chianti che impegnerebbe, se attuato, le casse comunali per oltre 900.000 euro, per opere di dubbia utilità, come il collegamento stradale tra via Alamanni e via Beata Villana.
Riguardo al camminamento a lato della variante stradale di Strada, la cui progettazione preliminare era stata affidata ma non pagata, ben difficilmente potrà essere trovata copertura finanziaria per l’intero ammontare dell’opera (oltre 100.000 euro).
È vero che le entrate per oneri di urbanizzazione sono calate rispetto agli anni passati, principalmente in conseguenza della contrazione del mercato immobiliare, ma chi fa queste recriminazioni deve anche essere chiaro fino in fondo con i cittadini: gli oneri di urbanizzazione sono legati alla realizzazione di nuove costruzioni.
Non sembra che la quantità di edifici costruiti in questi anni nel nostro comune sia esuberante rispetto alle peculiarità del nostro territorio oltre che alle esigenze del mercato?
Inoltre la realizzazione di opere pubbliche attraverso lo scomputo di oneri di urbanizzazione di nuovi edifici, adottata sistematicamente dalla precedente amministrazione, è un meccanismo che solo un’azione politica di breve respiro e di stampo elettoralistico può continuare a sostenere.
Quelle stesse opere pubbliche (strade, giardini ecc.) realizzate scomputando gli oneri di nuovi edifici diverranno presto inadeguate e insufficienti quanto i cittadini acquirenti di questi edifici vi si saranno insediati.
Nel comune di Greve, oltre a quanto già costruito ed ancora invenduto, alcune centinaia di nuovi alloggi sono previsti nei numerosi piani urbanistici approvati e convenzionati negli anni passati.
E’ necessario dunque cambiare modo di valutare l’intervento pubblico sul territorio non misurandolo sulla quantità di volume costruito, ma sulla qualità della vita dei cittadini e in questo senso intende muoversi il mio operato nei prossimi anni.
La polemica sull’attribuzione delle responsabilità tra precedente e nuova amministrazione è probabilmente durata troppo ed è ora giunto il tempo di guardare avanti.
La precedente amministrazione ha operato in un contesto decisamente differente da quello attuale mentre oggi dobbiamo agire in un quadro di maggiori difficoltà economiche che da una parte riducono le risorse per opere pubbliche e dall’altra accrescono le esigenze dei cittadini in termini
di servizi sociali.
In questo quadro intendiamo operare nella progettazione delle nuove opere previste nel piano triennale dei lavori pubblici e nel mantenimento di quelle esistenti.
Continuo ad auspicare, come ho affermato fin dall’inizio del mio mandato, che questo possa avvenire in uno spirito di collaborazione con l’opposizione, consapevole comunque di dover rendere conto del nostro operato ai soli cittadini del comune.
Simone Secchi Assessore ai lavori Pubblici del Comune di Greve
Pur avendolo scritto, ho preferito non inviarlo ai giornali per evitare di alimentare quel clima di continue polemiche politiche in cui non mi riconosco affatto e che ritengo essere solo una perdita di tempo per chi intende l’impegno politico come un servizio volto esclusivamente all’interesse collettivo.
Spett.le redazione de La Nazione
In relazione all’articolo apparso sulla vostra testata sabato 7 gennaio, che riporta l’opinione delle liste di opposizione sullo stato dei lavori pubblici nel Comune di Greve, mi preme sottolineare quanto segue.
Come tutti sanno, il periodo storico che il nostro Paese sta attraversando impone un diverso atteggiamento verso le finanze pubbliche con uno sguardo rivolto ai progetti di nuove opere ma anche, e soprattutto, agli equilibri di bilancio ed al patto di stabilità.
Quest’ultimo è un meccanismo sempre più restrittivo imposto dallo Stato volto alla contrazione della spesa pubblica di cui bisogna tener conto (oppure essere consapevoli di rinviare il problema all’Amministrazione successiva).
Per questo, dal 2009, l’Amministrazione Comunale di Greve ha lavorato sotto l’ipoteca di una serie di opere, programmi e convenzioni avviati nel corso della precedente amministrazione e che hanno condizionato fortemente la programmazione di nuove opere per il rispetto del patto di stabilità, ovvero del pareggio tra entrate ed uscite in un dato anno.
A livello di esempio, si può citare che il progetto della nuova biblioteca comunale costerà alla casse comunali, alla chiusura del terzo ed ultimo lotto dei lavori (gli arredi), quasi 700.000 euro, che gravano ai fini del patto di stabilità totalmente sui bilanci dalla presente amministrazione.
Altro esempio citato nell’articolo è il progetto dell’asilo nido di Strada che, attraverso il meccanismo del project financing, avrebbe gravato per molti anni sulle casse comunali.
Risale all’ultimo periodo della precedente amministrazione la cosiddetta “variante delle scuole”, il piano urbanistico riferito all’ampia area a valle della scuola elementare di Strada in Chianti che impegnerebbe, se attuato, le casse comunali per oltre 900.000 euro, per opere di dubbia utilità, come il collegamento stradale tra via Alamanni e via Beata Villana.
Riguardo al camminamento a lato della variante stradale di Strada, la cui progettazione preliminare era stata affidata ma non pagata, ben difficilmente potrà essere trovata copertura finanziaria per l’intero ammontare dell’opera (oltre 100.000 euro).
È vero che le entrate per oneri di urbanizzazione sono calate rispetto agli anni passati, principalmente in conseguenza della contrazione del mercato immobiliare, ma chi fa queste recriminazioni deve anche essere chiaro fino in fondo con i cittadini: gli oneri di urbanizzazione sono legati alla realizzazione di nuove costruzioni.
Non sembra che la quantità di edifici costruiti in questi anni nel nostro comune sia esuberante rispetto alle peculiarità del nostro territorio oltre che alle esigenze del mercato?
Inoltre la realizzazione di opere pubbliche attraverso lo scomputo di oneri di urbanizzazione di nuovi edifici, adottata sistematicamente dalla precedente amministrazione, è un meccanismo che solo un’azione politica di breve respiro e di stampo elettoralistico può continuare a sostenere.
Quelle stesse opere pubbliche (strade, giardini ecc.) realizzate scomputando gli oneri di nuovi edifici diverranno presto inadeguate e insufficienti quanto i cittadini acquirenti di questi edifici vi si saranno insediati.
Nel comune di Greve, oltre a quanto già costruito ed ancora invenduto, alcune centinaia di nuovi alloggi sono previsti nei numerosi piani urbanistici approvati e convenzionati negli anni passati.
E’ necessario dunque cambiare modo di valutare l’intervento pubblico sul territorio non misurandolo sulla quantità di volume costruito, ma sulla qualità della vita dei cittadini e in questo senso intende muoversi il mio operato nei prossimi anni.
La polemica sull’attribuzione delle responsabilità tra precedente e nuova amministrazione è probabilmente durata troppo ed è ora giunto il tempo di guardare avanti.
La precedente amministrazione ha operato in un contesto decisamente differente da quello attuale mentre oggi dobbiamo agire in un quadro di maggiori difficoltà economiche che da una parte riducono le risorse per opere pubbliche e dall’altra accrescono le esigenze dei cittadini in termini
di servizi sociali.
In questo quadro intendiamo operare nella progettazione delle nuove opere previste nel piano triennale dei lavori pubblici e nel mantenimento di quelle esistenti.
Continuo ad auspicare, come ho affermato fin dall’inizio del mio mandato, che questo possa avvenire in uno spirito di collaborazione con l’opposizione, consapevole comunque di dover rendere conto del nostro operato ai soli cittadini del comune.
Simone Secchi Assessore ai lavori Pubblici del Comune di Greve
lunedì 2 gennaio 2012
PICCOLI FURTI E ATTI VANDALICI NEI LUOGHI PUBBLICI DEL COMUNE DI GREVE
Riportiamo la lettera completa di Simone Secchi pubblicata dai quotidiani e settimanali sui piccoli furti e gli atti vandalici nei luoghi pubblici del Comune di Greve.
Spett.le redazione, scrivo questo articolo in qualità di assessore ai lavori pubblici del comune di Greve come doverosa risposta ad alcune sollecitazioni e opinioni che sono apparsi sulla stampa locale in merito a furti ed atti vandalici di diverso tipo avvenuti in vari contesti del Comune.
Negli ultimi tempi si registra infatti un incremento di questi atti che rischiano di compromettere o modificare la gestione degli spazi pubblici comunali: furti nei cimiteri e nelle scuole, atti vandalici nei giardini pubblici (abbattimento di alberi, taglio e devastazione di recinzioni e molto altro) o nelle aree gioco dei bambini. Le recinzioni ai giardini pubblici di Strada o alla scuola di San Polo sono state già sostituite innumerevoli volte, senza risultati; i furti al cimiero di Strada sono assai frequenti.
In alcuni casi singoli cittadini o esponenti di partiti politici chiedono al Comune di intervenire installando telecamere, recinzioni, cancelli o allarmi.
A fronte di tutto ciò, l’Amministrazione Comunale sta valutando caso per caso le possibili soluzioni al problema; ad esempio, nella scuola elementare di San Polo, dove da tempo si susseguono furti con scasso per i pochi euro delle macchinette del caffè, installeremo a breve un sistema di allarme che costerà alle casse comunali circa 2000 euro.
Ma una riflessione più generale si impone: è possibile rispondere al crescere di questi episodi solo con l’aumento della vigilanza (e quindi della repressione), dei controlli, delle chiusure, oppure abbiamo il dovere morale, come cittadini, di interrogarci sui motivi di questo aumento di piccola criminalità?
In molti casi, peraltro, le soluzioni al problema non sono affatto facili o comunque possono essere poco condivisibili. Se si considera l’esempio dei furti nei cimiteri, la risposta più immediata dell’Amministrazione Comunale può essere la chiusura dei cimiteri in orario notturno (ammesso che i furti avvengano di notte) o l’istallazione di videocamere; quest’ultima soluzione, oltre che molto costosa per il numero di telecamere necessarie in ogni cimitero viola, la privacy dei cittadini in un luogo sensibile. C’è anche da chiedersi il motivo che induce una persona a rubare un mazzo di fiori o del ghiaino; forse si tratta di un tipo di disagio che non esige probabilmente un’attività di repressione.
Fermo restando comunque l’impegno dell’Amministrazione a studiare soluzioni caso per caso, credo che il problema del vandalismo e dei piccoli furti sia il segno di un disagio sociale ben più preoccupante della natura stessa dell’atto criminoso o vandalico. Quando una persona non trova niente di meglio da fare che scaricare il suo disagio o la sua noia contro un gioco di un parco pubblico o di un circolo ARCI o contro un’alberatura o una recinzione di un giardino o un lampione dell’illuminazione pubblica, significa che ha un vuoto intorno a se’ di cui tutti noi dobbiamo farci carico. Questo è l’impegno che come politici e come cittadini dobbiamo assumerci, altrimenti rincorreremo solo un problema senza mai arrivarne a capo. E’ questo un compito che non può coinvolgere solo l’Amministrazione comunale ma anche e soprattutto le associazioni ed i circoli ricreativi e culturali, le parrocchie, le scuole, le famiglie, in un lavoro difficile ma necessario di rinascita sociale e culturale e di rinvigorimento dei valori fondanti di ogni società civile.
Simone Secchi
Assessore ai Lavori Pubblici del Comune di Greve
Spett.le redazione, scrivo questo articolo in qualità di assessore ai lavori pubblici del comune di Greve come doverosa risposta ad alcune sollecitazioni e opinioni che sono apparsi sulla stampa locale in merito a furti ed atti vandalici di diverso tipo avvenuti in vari contesti del Comune.
Negli ultimi tempi si registra infatti un incremento di questi atti che rischiano di compromettere o modificare la gestione degli spazi pubblici comunali: furti nei cimiteri e nelle scuole, atti vandalici nei giardini pubblici (abbattimento di alberi, taglio e devastazione di recinzioni e molto altro) o nelle aree gioco dei bambini. Le recinzioni ai giardini pubblici di Strada o alla scuola di San Polo sono state già sostituite innumerevoli volte, senza risultati; i furti al cimiero di Strada sono assai frequenti.
In alcuni casi singoli cittadini o esponenti di partiti politici chiedono al Comune di intervenire installando telecamere, recinzioni, cancelli o allarmi.
A fronte di tutto ciò, l’Amministrazione Comunale sta valutando caso per caso le possibili soluzioni al problema; ad esempio, nella scuola elementare di San Polo, dove da tempo si susseguono furti con scasso per i pochi euro delle macchinette del caffè, installeremo a breve un sistema di allarme che costerà alle casse comunali circa 2000 euro.
Ma una riflessione più generale si impone: è possibile rispondere al crescere di questi episodi solo con l’aumento della vigilanza (e quindi della repressione), dei controlli, delle chiusure, oppure abbiamo il dovere morale, come cittadini, di interrogarci sui motivi di questo aumento di piccola criminalità?
In molti casi, peraltro, le soluzioni al problema non sono affatto facili o comunque possono essere poco condivisibili. Se si considera l’esempio dei furti nei cimiteri, la risposta più immediata dell’Amministrazione Comunale può essere la chiusura dei cimiteri in orario notturno (ammesso che i furti avvengano di notte) o l’istallazione di videocamere; quest’ultima soluzione, oltre che molto costosa per il numero di telecamere necessarie in ogni cimitero viola, la privacy dei cittadini in un luogo sensibile. C’è anche da chiedersi il motivo che induce una persona a rubare un mazzo di fiori o del ghiaino; forse si tratta di un tipo di disagio che non esige probabilmente un’attività di repressione.
Fermo restando comunque l’impegno dell’Amministrazione a studiare soluzioni caso per caso, credo che il problema del vandalismo e dei piccoli furti sia il segno di un disagio sociale ben più preoccupante della natura stessa dell’atto criminoso o vandalico. Quando una persona non trova niente di meglio da fare che scaricare il suo disagio o la sua noia contro un gioco di un parco pubblico o di un circolo ARCI o contro un’alberatura o una recinzione di un giardino o un lampione dell’illuminazione pubblica, significa che ha un vuoto intorno a se’ di cui tutti noi dobbiamo farci carico. Questo è l’impegno che come politici e come cittadini dobbiamo assumerci, altrimenti rincorreremo solo un problema senza mai arrivarne a capo. E’ questo un compito che non può coinvolgere solo l’Amministrazione comunale ma anche e soprattutto le associazioni ed i circoli ricreativi e culturali, le parrocchie, le scuole, le famiglie, in un lavoro difficile ma necessario di rinascita sociale e culturale e di rinvigorimento dei valori fondanti di ogni società civile.
Simone Secchi
Assessore ai Lavori Pubblici del Comune di Greve
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