Lo splendido esito referendario di lunedì scorso, con l’oltre 60% di affluenza alle urne, ed il quasi 70% del nostro Comune (Greve in Chianti) ci ha indubbiamente entusiasmato.
Ma, come ci aspettavamo che accadesse, molte dichiarazioni post referendum riprongono il solito leit-motiv che necessita di immediata replica.
Ai politici nazionali che rivendicano come proprio il risultato referendario e ne traggono quindi un “messaggio elettorale” vale la pena ricordare che i consensi ai quesiti referendari sull’acqua (superiori a quelli riscossi da quelli sull’energia nucleare e sul legittimo impedimento) superano ciò che i recenti sondaggi (p.e. Repubblica-L’Espresso del 14.06.2011) assegnano alle loro forze politiche, avendo coinvolto quindi anche gli elettori di destra.
I veri vincitori sono i movimenti, le associazioni che hanno da subito sostenuto la campagna, non chi si è accodato (maliziosamente aggiungeremmo “dopo aver visto che a Milano il vento era cambiato”), ed il messaggio uscito dalle urne non è una scelta di parte politica, un voto annunciato, ma una scelta programmatica. Chi saprà raccoglierla ?
Come referente grevigiano del Comitato Referendario per l’Acqua Bene Comune, desidero ringraziare oltre che i Comitati Nazionale, Regionale e Provinciale:
chi, sul territorio comunale, ha partecipato da subito alla campagna di raccolta firme ovvero il Tavolo della Sinistra di Greve cui appartengo, i circoli ARCI, il circolo grevigiano di SEL, la sezione grevigiana della FdS;
chi ha lavorato unitariamente con noi durante la campagna pre-referendum ovvero i circoli ARCI di Strada in Chianti e Chiocchio, le associazioni Ingegneria Senza Frontiere e Ricorboli Solidale, la FILT-CGIL di Firenze, lo SPI-CGIL di Greve;
per lo sforzo fatto, sia pure un po’ “alle porte coi sassi”, anche il PD grevigiano, per la sofferta ma decisiva scelta di aderire alla campagna referendaria, fortunatamente maturata e assunta durante il dibattito sull’inceneritore di Testi.
Devo però stigmatizzare quanto dichiarato e da Publiacqua e da alcuni amministratori.
Il risultato è chiaro:
i cittadini non vogliono un affidamento obbligato dei servizi pubblici a gestori privati.
I cittadini non vogliono che sull’acqua (e sugli altri servizi) si costituiscano rendite garantite.
Viste le recenti dichiarazioni dei vertici Publiacqua, è bene ricordare che tale società è una S.P.A. (società di diritto privato) il cui azionariato è , nei fatti , compartecipato da soggetti quali MPS, Vianini, CCC, CTC, ACEA (società a sua volta con azionisti quali Caltagirone e Suez SA) .
Quale debba essere il gestore del servizio idrico spetterà ai Comuni deciderlo ed i Comitati Referendari, come dimostra il comunicato stampa di ieri, sono pronti a discuterne.
I cittadini hanno chiaramente espresso il desiderio che esso ritorni un soggetto pubblico e paritario, anche se ovviamente tale processo non potrà essere immediato per gli ovvi impegni economici richiesti.
Di sicuro non hanno espresso il desiderio che il management di Publiacqua (sulla cui permanenza negli incarichi c’è da chiedersi se non sia il caso mettere un punto interrogativo) cancelli unilateralmente gli accordi sindacali stipulati con le RSU.
Che le nuove tariffe debbano essere riviste e adeguate all’esito referendario, pare cosa ovvia.
Come pare cosa ovvia che debba essere rivisto il Piano Provinciale dei rifiuti, prendendo atto che le condizioni sono cambiate e che, come nettamente chiarito a Greve in campagna referendaria, i quesiti si rivolgevano all’intera categoria dei servizi di interesse pubblico, gestione rifiuti compresa.
Il voto nei vicini comuni di S.Casciano, Tavarnelle, Barberino V.E., Impruneta e Bagno a Ripoli pare indicare che i cittadini sono più vicini a queste posizioni che a quelle di alcuni loro sindaci.
Luca Venturini
Referente Comitato Acqua Bene Comune per Greve in Chianti
Coordinatore del Tavolo della Sinistra di Greve in Chianti
martedì 21 giugno 2011
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